Ritorno in Puglia by Marco Ferrante

Ritorno in Puglia by Marco Ferrante

autore:Marco Ferrante [Ferrante, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2024-02-27T10:12:05+00:00


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Aurora non aveva avuto altra scelta. Detestava Isufi. Ma sapeva che i suoi sentimenti stavano diventando via via ambigui: era un’albanese, un’albanese in fuga, alle prese con una chance, molto di quello che aveva desiderato. Era vittima – insieme a tanti altri come lei – di un sentimentalismo di frontiera. Divisa tra il passato e il presente. I ricordi infantili, la felicità… E qui, dall’altra parte dell’Adriatico, il resto: essere moderni, essere vivi, provare a diventare qualcosa, uscire da se stessi. Non era abbastanza per sapere da che parte stare?

Quanto alle minacce, Xhemal era uno sbruffone, e Isufi non avrebbe potuto proprio nulla contro di loro: Carlo lo aveva denunciato ai carabinieri, e i Bleve erano troppo conosciuti da quelle parti perché in tutta la provincia di Brindisi non si creasse una mobilitazione per difenderli. Però Aurora sopravvalutava l’opinione pubblica. E non capì abbastanza che cosa agitasse la sua gente. A parte i rapporti con Xhemal, sembrò distaccarsi anche dagli altri. Sospettosa con Besmira e con i genitori di Xhemal, fredda con i suoi ai quali rimproverava debolezza di spirito nel momento più difficile.

D’altra parte le sembrava comunque sgradevole abbracciare tutt’a un tratto – e manifestamente – le opinioni degli italiani, o quelle dei Bleve, che erano molto più aperte di quelle della gente comune ma conservavano un fondo di ambiguità, che pure non avrebbe saputo definire, un misto di affettazione e di correttezza democratica (Peppino Inglese non aveva tutti i torti).

Il riserbo la conservò tre passi indietro nei rapporti con i Bleve. Evitò il rischio di altri caffè, si sforzò di tornare ogni giorno a consumare i pasti alla guardiania, e quando la cosa si presentava troppo difficile – anche a causa dell’interruzione dei rapporti con Xhemal dal quale si rifiutava di essere accompagnata – restava a mangiare un panino o un’insalata in ufficio. Lì sfogliava le riviste di Francesca, navigava in internet, o leggeva un libro. Si sentiva di nuovo sola. Fu allora che cominciò a parlare con Pietro, ma senza dargli la soddisfazione morale di ammettere che era stato lui a portarla fin lì.

Il compito del ragazzo non era facile. Aurora era davvero troppo bella perché gli altri si abituassero; e lui troppo giovane per ignorare l’ostacolo psicologico della bellezza. Parlavano di canzoni, viaggi, civiltà lontane e di come la gente si dovesse comportare. Su questo punto erano molto rigidi. Vent’anni e poter giudicare gli altri! I primi tempi la comunanza non superò i confini che Aurora aveva tracciato e tutto accadde a distanza. Qualche biglietto e titubanti SMS: non c’era profondità nelle loro conversazioni, ma ogni tanto illuminazioni brucianti, aperture improvvise sul precipizio, il futuro, le notti impossibili, dolorose e solitarie della giovinezza, che a Pietro facevano dire: “Vorrei stare con lei tutto il tempo.”



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